lunedì 26 febbraio 2007

Dubbi su Indoor Air Quality e ionizzazione dell'aria 1

Marco scrive:

D: Io sono un ragazzo molto sensibile all’inquinamento d’ufficio, e oltre al livello di ossigenazione dell’aria sono molto sensibile al suo all’equilibrio ionico. Per cui è da un po’ che mi documento e brevemente, come lei meglio sa, ho concluso che la situazione ottimale in cui lavorare prevede una temperatura di 20 °C, un’umidità relativa al 40-60% e 1000 ioni negativi e 800 ioni positivi per cm cubo.
Da anni lavoro in un ufficio da solo con un ventilconvettore ed una finestra. Per cui tengo sempre spento sia d’estate che d’invero il ventilconvettore e apro la finestra all’occorrenza. Odio profondamente l’aria viziata da qualsiasi impianto di condizionamento aria: l’unico che tollero è quello ad irradiamento praticabile esclusivamente all’interno delle mura domestiche. Ho già verificato sulla mia pelle che lavorare in un ufficio con condizionatore acceso mi rende nervoso e molto irritabile.
Ora sono molto in ansia perché dovrò andare a lavorare in una normale filiale bancaria, e quindi in un grande open space, lontano da finestre, in un luogo in cui non sono io a gestire l’aria che respiro. A parte prendere un paio di piantine da ufficio le volevo chiedere le misure che posso adottare per poter lavorare in qualsiasi ufficio in modo sereno e rilassato, senza dovermi alzare per andare a respirare aria fresca in bagno ogni ora, inoltre le chiedo:

- consiglio su un apparecchio affidabile con costo abbordabile in grado di monitorare l’IAQ. Ero intenzionato ad acquistare l’AR112N dell’Xxxxxx che misura temperatura umidità e i VOC;

- le chiedevo se conosce e ritiene validi i purificatori d’aria di ultima generazione della Xxxx aventi il sistema brevettato plasmacluster, aventi il controllo automatico di bilanciamento ioni;

- l’aria che circola negli impianti di condizionamento e ventilazione d’aria, anche se proviene in maggioranza dall’esterno, non si carica di ioni positivi, sfregando contro le pareti dei condotti, e perde ossigeno e quindi le sue proprietà salutari???

R: Un impianto di condizionamento d’aria ben progettato, di per sé, in genere non può arrecare fastidio più di tanto: il problema più grave è che, molto spesso, non viene effettuata una regolare manutenzione. La grande maggioranza dei disturbi correlati alla cosiddetta “Sick Building Sindrome” o sindrome dell’edificio malato, sono legati alla diffusione delle polveri e dei microrganismi che si accumulano nelle condotte e sui filtri dell’impianto. Nel nuovo ufficio dove andrà a lavorare, sicuramente esisterà un responsabile della sicurezza, nominato secondo quanto prevede il D.Lgsl. 626: a questo responsabile, se sarà il caso, andrà richiesto di controllare lo stato di pulizia dell’impianto. Per quanto riguarda la ionizzazione dell’aria, è vero che nella maggior parte dei casi l’aria si ionizza positivamente scorrendo nelle condotte e sulle superfici (ciò non provoca comunque alcuna variazione nel contenuto di ossigeno). Su questo fenomeno ha una grande influenza il valore di umidità relativa: se l’umidità rimane superiore al 40% il fenomeno è trascurabile. Può diventare fastidioso, tanto più quanto l’ambiente diviene meno umido (un problema tipicamente invernale, quando si ventila con aria riscaldata). In questo caso, però, i malesseri sono provocati soprattutto dall’umidità troppo bassa, e l’eccesso di ionizzazione positiva non fa che aggravarli. In questi casi, un buon umidificatore rappresenta il migliore rimedio.
Il monitor di qualità dell’aria AR112N della Xxxxxx è un buon apparecchio (ne ho uno in ufficio da anni e funziona molto bene). Altrettanto buoni sono i depuratori Xxxxx dotati di sistema Plasmacluster (tenga però presente che il loro impiego in un ambiente molto ampio come un ufficio open-space potrebbe essere del tutto inefficace: i depuratori devono lavorare in un ambiente di dimensioni proporzionate alla loro portata, in modo che possano trattare un certo numero di ricambi/ora. Per avere qualche effetto in un grande ambiente si dovrebbero installare molti depuratori, e comunque il loro rendimento sarebbe scarso per insufficiente efficienza di ventilazione (la capacità di trattare l’aria in un determinato volume dipende molto dal tipo di circolazione d’aria che l’apparecchio è in grado di sviluppare: se le pareti sono lontane, la circolazione d’aria è molto meno efficiente).
Non sia troppo prevenuto nell’affrontare il nuovo ambiente, non è detto che sia per forza poco accogliente dal punto di vista della qualità dell’aria… deve fare più che altro attenzione al valore di umidità relativa e al ricambio con aria esterna, che sono i fattori che più possono compromettere il comfort ambientale. Circondarsi di piante è senz’altro un ottimo rimedio, specialmente scegliendo delle specie che posseggono la capacità di abbattere gli inquinanti e di migliorare l’umidità e la ionizzazione ambientale, vedi http://www.dottorperuginibilli.it/index.php?option=com_content&task=view&id=92&Itemid=134&limit=1&limitstart=1. La mie preferite sono la Sansevieria e il Chrysalidocarpus…

2 commenti:

Sal ha detto...

Salve
ieri ho comprato un umidificatore con tecnologia ultrasonica e con ionizzazione (Happy life).
Devo dire che da subito ho cominciato ad avvertire una sensazione di odore sgradevole che altri invece non avvertivano.
Poco dopo cominciavo a rendermi conto che faticavo a respirare piano piano fino a che ho deciso di staccare quella macchina.
Ora mi domando c'è una possibilità che io sia allergico a quell'apparato o più semplicemente alla ionizzazione? Oppure al sistema di umidificazione con ultrasuoni? Datemi una risposta se possibile... perchè è molto importante per me.
Grazie

Cristiano Vergani ha detto...

Gli umidificatori ad ultrasuoni nebulizzano l'acqua disperdendola nell'aria, così com'è, senza modificarla. Se l'acqua contiene dei contaminanti, questi saranno pure dispersi, sotto forma di particelle estremamente piccole, quindi facilmente respirabili. La fatica di respirare in effetti potrebbe essere un sintomo di costrizione ai bronchi, di sospetta origine allergica. Se l'apparecchio è nuovo, potrebbero essere rimasti dei residui chimici all'interno del serbatoio, da eliminare con un accurato lavaggio. Gli umidificatori ad ultrasuoni, a differenza dei bollitori, disperdono anche i sali disciolti nell'acqua (compreso il calcare). Quindi, controllare bene la qualità dell'acqua utilizzata (soprattutto, evitare l'uso di aromi di dubbia provenienza). Attenzione anche ad eventuali odori di bruciato, che potrebbero derivare da un surriscaldamento delle parti elettroniche dell'apparecchio (in tal caso, di sostanze tossiche ed allergeniche ne verrebbero disperse in quantità...).