Sempre Marco:
D: E se io mettessi uno ionizzatore vicino ad un gruppo di piante, sarebbe salutare per un ambiente come l’ufficio?
R: se non c’è pulviscolo nell’aria, sarebbe salutare sia per lei che per le piante, altrimenti, ne soffrireste entrambi per lo strato di polveri che vi ricoprirebbe !
D: E le piante influiscono anche loro sull’equilibrio ionico dell’aria emettendo ioni negativi o positivi?
R: tutte le piante traspirano, essendo esseri viventi dotati di un metabolismo: emettono in continuazione sostanze gassose, sostanze volatili e vapore acqueo. La quantità e la qualità di queste sostanze variano moltissimo a seconda delle piante coinvolte, dell’ambiente in cui sono collocate e delle condizioni climatiche (temperatura e umidità relativa) e temporali (ciclo notte/giorno, stagioni). Se la superficie fogliare è dotata di un campo elettrostatico, è possibile che queste sostanze siano emesse in forma ionizzata. Questo fenomeno dovrebbe essere più evidente nelle piante dotate di foglie che terminano con spine acuminate. In ogni caso, il loro contributo all’equilibrio ionico è limitato: gli ioni emessi sono rilevabili, ma troppo pochi per essere misurati efficacemente. Non sono a conoscenza di un lavoro scientifico che riporti la misura della ionizzazione prodotta dalle piante.
D: E una camera da letto è considerato un ambiente con aria sufficientemente pulita?
R: dipende da molti fattori, è difficile prevederlo senza strumenti: ma lei uno strumento lo ha, cioè lo ionizzatore. Se passa un dito su una superficie vicina allo ionizzatore se ne accorgerà subito…
D: Le piante sono utili quindi anche per umidificare l’aria trattata dai condizionatori estivi?
R: alcune piante sono abbastanza efficaci come umidificatori (ammesso che ci si ricordi di innaffiarle regolarmente, altrimenti la produzione di vapore acqueo viene ridotta il più possibile) ma, naturalmente, tutto è relativo… dipende quali piante e quante sono, e quanto è grande l’ambiente, quanto potente è il condizionatore… ecc. ecc. Può anche succedere che il condizionatore riesca a disidratare le piante… anche loro possono soffrire ed ammalarsi per colpa di un condizionamento dell’aria sbagliato.
D: negli scambi gassosi a livello degli alveoli polmonare possono essere coinvolti sia i piccoli ioni , sia i grandi ioni e sia i clusters, oppure questi ultimi per la loro grandezza sono esclusi?
R: tutte le particelle sotto i 6 micron formano la cosiddetta frazione respirabile delle polveri, in grado di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio. Anche gli ioni più grossi sono enormemente più piccoli di 6 micron (siamo nell’ordine dei milionesimi di millimetro, anziché dei millesimi), quindi tutti gli ioni sono potenzialmente in grado di raggiungere gli alveoli polmonari. Il problema è un altro: gli ioni gassosi respirati, come tali, hanno una vita brevissima, e cedono la loro carica elettrica alle particelle con cui entrano in collisione, ionizzandole, aggregandole tra loro e facendole precipitare più o meno profondamente sulle superfici del sistema respiratorio, a seconda della massa dell’aggregato che si forma (più è grosso, prima precipita). Il risultato è che, grandi o piccoli che siano, gli ioni vengono tutti consumati in questo processo di precipitazione delle particelle. E’ proprio così che funzionano i filtri elettrostatici: l’aria viene fatta passare in una barriera di ionizzazione, dove gli ioni caricano elettrostaticamente le polveri e le fanno precipitare. All’uscita del filtro, l’aria si trova priva di particelle ma anche di ioni, in condizioni di neutralità elettrica. Per questo motivo, se l’aria non è più che pulita, di ioni a livello alveolare proprio non ne arrivano… né grandi, né piccoli.
D: Infine è utile posizionare uno ionizzatore in auto per chi guida molto?
R: in genere, l’abitacolo di una automobile è un pessimo ambiente per quanto riguarda la concentrazione delle polveri, che raggiungono, nel traffico urbano, dei valori elevatissimi: la cosa migliore da fare è impedire che le polveri entrino nell’abitacolo, installando dei filtri particolarmente efficaci sulla presa dell’aria esterna di ventilazione. Dopo, potrà pensare di usare uno ionizzatore nell’abitacolo, tenendo presente che gran parte degli ioni negativi verrà comunque neutralizzata dalle forti cariche positive che si formano sui cristalli per effetto dello sfregamento dell’aria e sui sedili per lo sfregamento dei tessuti. Non le resta che provare: se installando uno ionizzatore in macchina, in breve tempo il parabrezza si ricopre internamente di sporcizia, vuol dire che nell’abitacolo c’è troppa polvere per potere usare efficacemente l’apparecchio. Quello che succede al parabrezza succede anche alla faccia del guidatore: per scoprirlo è sufficiente sfregarsi la faccia con un fazzoletto pulito dopo un po’ di tempo passato nel traffico con lo ionizzatore acceso. Detto questo, è vero che una corretta ionizzazione in auto migliora l’attenzione alla guida, allontana i colpi di sonno e rende l’ambiente più confortevole, ma non nella misura decantata dalla pubblicità dei venditori. Tenga presente che gli ionizzatori sono stati testati più volte da tutti i grandi produttori di automobili, a partire dagli anni ’60 in poi: nessuno ha riscontrato un rapporto costo/benefici tale da consigliarne l’installazione di serie. Forse, in futuro…
D: Comunque sto riscontrando che per l’argomento della ionizzazione dell’aria c’è ancora molto da scoprire e ci sono pareri discordanti tra voi ricercatori...
R: è necessario distinguere i pareri dai fatti: i pareri sono opinabili, ma i fatti, se dimostrati sperimentalmente, sono incontrovertibili. La ionizzazione dell’aria ed i suoi effetti fanno parte dei fenomeni fisici, non delle speculazioni filosofiche. Una regola generale da seguire è che quello che c’è scritto su un volantino, sulla scatola di un prodotto o su un sito Internet commerciale non è una buona fonte di informazione. Anche quello che io le sto scrivendo ora potrebbe essere non attendibile… la Rete è piena di ciarlatani, furbacchioni e di sedicenti “esperti”. Non ho modo di provarle l’esattezza di quello che le scrivo, se non quello di invitarla ad informarsi sull’argomento da più fonti possibili, senza fidarsi ciecamente di nessuno, specialmente di chi vuole venderle qualcosa…
Le suggerisco una soluzione per evitare guai utilizzando lo ionizzatore con aria non perfettamente pulita: durante il funzionamento, lo tenga appoggiato su un foglio di alluminio per alimenti (tipo domopack alluminio, per intenderci), più grande dell’apparecchio almeno una decina di centimetri per lato (un po’ di più sul lato dove sono presenti gli aghetti, circa una quindicina di centimetri). Il foglio deve essere messo “a terra” (niente collegamenti elettrici, è sufficiente che sia appoggiato su un mobile o un tavolo in legno o metallo (no plastica o vetro, no piedini in gomma) a sua volta appoggiato su un pavimento in piastrelle (no tappeti o moquette). Vedrà che il foglio si sporcherà in modo notevolissimo in un tempo più o meno lungo a seconda della quantità di polveri che c’è nell’aria. Quando il foglio sarà completamente annerito, non dovrà fare altro che appallottolarlo e buttarlo nella pattumiera, sostituendolo con uno nuovo. In questo modo, le particelle elettrizzate non andranno più in giro a fare danni ma precipiteranno preferibilmente sul foglio.
Quando l’aria sarà abbastanza ripulita, gli ioni non saranno più consumati dalla precipitazione delle polveri e saranno liberi di diffondersi nell’aria dell’ambiente, e potrà quindi goderne gli indubbi benefici senza rischi.
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